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L'ultimo nastro di Krapp
 
 
 
L'ultimo nastro di Krapp

L'ultimo nastro di Krapp di Samuel Beckett

Krapp: Dimitri
Regia: Thomas Hostettler
Scenografia: Dani Bodmer

Rintanato nella sua stanza in compagnia di un magnetofono, il vecchio Krapp riascolta ciò che aveva registrato trenta anni prima, nel giorno del suo trentanovesimo compleanno. Riascoltando il nastro riaffiorano quei sogni svaniti, quelle illusioni, quelle scelte sbagliate. Il nastro riporta Krapp indietro nel tempo alla morte della madre, alla sua storia d’amore respinta, alla sua carriera letteraria infelice.

Krapp riascolta la sua voce emergere dal passato, interrompendo proprio quella continuità che rende la frase dotata di senso, con commenti derisori, oppure ripete dei segmenti di ciò che ascolta con ironia, rilevando tutta la sua disillusione.

La memoria registrata si contrappone a quella reale in un gioco che serve a far ricordare Krapp, ma lo stato d’animo del presente è molto più sbandato rispetto a quello del passato. A questo “vecchio sfatto” non resta altro che mandar giù banane e whisky e lasciarsi andare alla fine dei suoi giorni, in un crescendo continuo di decadenza fisica, mentale e morale.

Un pezzo grottesco-clownesco e allo stesso tempo profondo.

Prima in tedesco: Verscio, Teatro Dimitri, 6 luglio 2005
Prima in italiano: Bellinzona, Teatro Sociale, 4 maggio 2007
Durata: 70 minuti, senza pausa

L'ultimo nastro di Krapp

L'ultimo nastro di Krapp
 
Foto: Wolf Fischer, Zürich
 

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